L’impianto architettonico tipicamente medioevale dei borghi, con i suoi archi, le sue “porte”, le sue “pietre”, sono gli elementi di uno scenario ideale per rivivere le suggestive leggende del passato, accanto a quelle parrocchiali, e a quelle chiese, esempi di architettura piemontese, riecheggianti altri periodi storico-artistici quali il Rinascimento ed il Barocco.
Tutte testimonianze che hanno avuto origine da momenti storici diversi, che convivono però le une accanto alle altre con un’armonia tale, da rendere questi luoghi rari esempi di un perfetto equilibrio tra passato e presente, tra leggenda e realtà, tra tradizione e innovazione.
Della travagliata storia del territorio della Langa Astigiana, non poterono certo non tenere conto quei personaggi che, pur non potendo definirsi oltremodo “famosi”, resero comunque degna di nota la cultura della nostra valle.
Esattamente tre personaggi fregiarono l’ambiente letterario dei nostri comuni: il tragediografo cinquecentesco Federico della Valle, lo scrittore Augusto Monti, ed il medico Arturo Aly Belfadel.
Spaziando dal campo letterario al campo delle arti figurative, vediamo emergere un nome illustre.
Tra i tanti pittori locali che hanno decorato le nostre chiese nel passato, un artista, che non ha bisogno di presentazioni, ha reso onore con le sue opere, alla parrocchiale di Montabone, comune che nel 1568 gli diede i natali, Guglielmo Caccia detto il Moncalvo.
Indagando negli ambienti artistici dei comuni della zona, oltre al nome del Moncalvo, pittore noto soprattutto nell’ambiente ecclesiastico piemontese, ci si imbatte in altri nomi di grande rilievo come Pietro Ivaldi detto il Muto , il Monevi ed il Bramante.
A dire il vero, mentre si può parlare per certo delle opere del Moncalvo nella parrocchiale di Montabone, un discorso più cauto è doveroso riguardo ad un effettivo contributo bramantesco nella chiesa di Roccaverano.
Sembra infatti che nel 1509, il vescovo Enrico Bruno, nativo di Roccaverano, commissionasse al Bramante, o più probabilmente ad un suo allievo, il progetto della bella parrocchiale che, insieme alla torre e a quel che resta del castello, arricchiscono la piazza.
La soluzione con cui si è sviluppato l’edificio a pianta greca, è comunque a tutti gli effetti di derivazione bramantesca.
Inoltre abbiamo esempi di ottima qualità anche tra le opere degli artisti locali: esemplare il ciclo di affreschi gotici presente nell’interno della chiesa cimiteriale di San Giovanni, nel comune di Roccaverano che ricopre una grande importanza nell’ambito artistico astigiano.
Dalla chiesa di San Giovanni ci avviciniamo alla Torre di Vengore unica per l'arditezza costruttiva e la posizione panoramica.
Come si può constatare dalle testimonianze addotte, il nostro territorio montano è caratterizzato da una convivenza di stili e di espressioni diverse che rendono ogni angolo della comunità montana un luogo a sé ma, al tempo stesso, parte di un meraviglioso mondo che, nel suo piccolo, si è fatto interprete degli svariati linguaggi che la storia, con il suo continuo mutare, ha stratificato sul territorio della Comunità Montana Langa Astigiana – Val Bormida, rendendolo unico.